Anche meno a dire la verità. Ecco, perché di tempo me ne rimane davvero poco. Ci mancava la ricaduta dell'influenza, della seconda influenza, per l'esattezza. Chiusi in casa (con il sole, no, dico con.il.sole), cercando di starci dentro tra regali, torte, organizzazione festa di compleanno. La sola cosa saggia sarebbe arrendersi all'evidenza: non si può far tutto da sola. Io sono una. I compleanni due. I virus sono molti di più. E le cose da fare (anche senza compleanni) decisamente troppe.
Però piccoli pensierini per renderli anche solo un po' speciali, i compleanni, secondo me sono coccole. Sono piccoli grandi grazie. Sono piccolezze che verranno dimenticate, lo so, ma forse contribuiranno, un giorno lontano, a essere uomini che si sono sentiti amati, e in grado di amare (non solo per questo, ovviamente, ma anche, forse).
Sono tante le mie imperfezioni (chiamiamole benevolmente così) di mamma. Però, sapete, ogni anno miglioro un poco, o almeno spero. E non perché diventi più semplice, ma perché voi, piccoli sonnambuli che funestate le mie notti da ben 5 anni, mi prendete la mano (o me lo gridate in faccia, in qualche modo) e mi obbligate a rimettermi in discussione, a pensarmi e ripensarmi come donna e come mamma. A superare i miei limiti e quando mi sembra di non farcela più, a tirare un sospirone e studiare una nuova strategia, piuttosto che darmi per vinta o continuare a sbattere come una falena impazzita su finestre presunte o reali.
Mi rendete più forte e mi obbligate a guardare indietro per andare avanti, a crescere con voi per insegnarvi che la vita è un percorso a ostacoli, a volte, ma che la meraviglia sta nel superarli, nel reinventarsi, nello sconfiggere le paure di ogni giorno o i nostri blocchi più profondi, che magari ci portiamo dietro proprio dall'infanzia, finché abbiamo respiro.
O mi ricordate la bellezza e l'importanza di ridere fino alle lacrime, di ballare e cantare insieme, di chiudere fuori tutto, qualche volta, per far spazio solo a voi, a noi e avventurarci nel mondo, il giorno dopo, più entusiasti e sereni.
Mi rendete più forte e mi obbligate a guardare indietro per andare avanti, a crescere con voi per insegnarvi che la vita è un percorso a ostacoli, a volte, ma che la meraviglia sta nel superarli, nel reinventarsi, nello sconfiggere le paure di ogni giorno o i nostri blocchi più profondi, che magari ci portiamo dietro proprio dall'infanzia, finché abbiamo respiro.
O mi ricordate la bellezza e l'importanza di ridere fino alle lacrime, di ballare e cantare insieme, di chiudere fuori tutto, qualche volta, per far spazio solo a voi, a noi e avventurarci nel mondo, il giorno dopo, più entusiasti e sereni.
Siete nati con la neve, tutti e due. Quasi a spegnere i rumori del mondo per accogliervi. E' stata una emozione incredibile, ovviamente, ogni volta. Ma ancora non sapevo cosa aveste portato nella mia vita. Quanta gioia, quante sfide, quanta energia, sì anche quanta fatica. Ma alla fine non sono belle le fatiche che ci spingono a migliorarci? Me lo insegnate voi, ogni giorno, e spero di essere in grado di insegnarlo io, a voi, di rimando.
Buon compleanno, miei cuccioli di uomo.
p.s. scusate lo sproloquio: è la terza settimana a fila di influenza, i pochi neuroni rimasti ballano la rumba sfrenatamente per festeggiare come si deve, ma a ragionamenti non so quanto siano messi bene!
p.s. scusate lo sproloquio: è la terza settimana a fila di influenza, i pochi neuroni rimasti ballano la rumba sfrenatamente per festeggiare come si deve, ma a ragionamenti non so quanto siano messi bene!