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10 attività da fare in caso di varicella

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Chi, come la sottoscritta, aspetta l’arrivo della primavera come un carcerato anela all’aria, non solo perché tutti possiamo passare più tempo all’aperto, ma anche perché si augura una diminuzione netta dei malanni che ci hanno tenuto forzatamente compagnia tutto l’inverno, fa i conti senza l’oste, ovvero l’arrivo delle malattie esantematiche. Se poi ci aggiungete il virus spacca-ossa e la broncopolmonite, tutte una via l'altra vi fate un'idea del perché della mia assenza prolungata dal blog (anche dell'altro bolle in pentola, ma ve ne parlerò presto).

E fu così che ancora non c’eravamo ripresi dall’ultimo virus gastrointestinale (ripetendo l’inutile manfrina: “speriamo che sia l’ultimo!”) che è arrivata lei, la varicella.
attivitàperbambiniincasovaricella
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Eccoci  così di nuovo rinchiusi in casa, con poco tempo a disposizione per me e per il lavoro, ma tanto, troppo, per il piccolo varicellato.
Eccovi allora 10 attività da fare in caso di varicella (ma non solo), anche considerando che i poveretti vanno distratti dal prurito, giusto in caso fosse in cerca di spunti:
  1. Sbizzarritevi coi colori, quindi via attività artistiche per cancellare il grigiume delle giornate pruriginose. Noi ci divertiamo sempre un sacco con i timbrini a dita!
  2. Giardinaggio. Magari questo sarà un buono stimolo anche per mamma e papà che come me non hanno mai il tempo e la testa per star dietro alle piante di casa. Eì primavera, tempo di giardinaggio e di dar nuova vita ai nostri balconi. Noi abbiamo fatto un esperimento con le carote di cui vi parlerò più avanti.
  3. Teatro. Inventate storie e, se l’età dei bimbi lo consente, mettetele in scena. Se poi volete costruire anche un teatrino da appendere alla porta ben venga, avrete occupato l’intera giornata!
  4. Leggete! I libri sono sempre un ottimo passatempo, un modo per star insieme e coccolarsi un po’, riposandosi anche.
  5. Esperimenti. E se deste il via a una serie di piccoli grandi esperimenti scientifici? Ne trovate tantissimi su questo bel libro.
  6. Riciclattolate, ovvero create giochi con i materiali che avete in casa, poco importa che sia un castello, una zattera pirata, una scimmia a partire da vecchi calzini.
  7. Lasciate uno spazio di riposo e relax, la varicella, anche quando è senxza febbre debilita abbastanza, quindi non sentitevi in colpa a lasciargli guardare qualche cartone o dei film d’animazione.
  8. Fate una passeggiata. Se il bambino non ha febbre e non è troppo stanco, approfittatene a andare in un bel parco (o se potete permettervelo in un bosco), magari di mattina quando non ci sono altri bimbi da contagiare!
  9. Cucinate qualcosa insieme, che sia una torta, dei biscotti o ancora meglio un gelato di frutta.
  10. Carini e coccolosi: concedetevi delle coccole extra!

I nostri figli (maschi) sono davvero liberi?

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La mia riflessione prende spunto da un interessante post pubblicato da Serena di Genitoricrecono, che si intitola dalla parte dei bambini (Maschi).

Merenda casalinga tra ciambelle, gelati e leccalecca

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Ecco cosa succede quando si è chiusi in casa per giorni, ma che dico, settimane (non scherzo, purtroppo) per la somma di virus più micidiale dell'anno. Come vi dicevo nel post sui figli maschi, noi, oltre a dinosauri e macchinine, non disdegnamo affatto cucinare e giocare al supermercato.

Non crediate che riesca a cucinare una torta al giorno (ma nemmeno a settimana) o a fare tutti i giorni giochi supercreativi con i miei figli (se il tempo e le malattie lo concedono preferiscono portarli al parco, o tenerli in cortile a sfrecciare in bici e giocare con altri bambini, perché son fermamente convinta che dopo otto ore di scuola materna il gioco libero all'aria aperta sia quanto di più salutare fisicamente e psicologicamente ci sia per loro!), ma per quando si è chiusi in casa e si ha da passà a nuttata (o meglio, il pomeriggio) dedicarsi alla cucinaè sempre un'attività divertente, che solleverà il morale di grandi e piccini:



Che sia vera o finta:


Quindi tutti a fabbricare gelati, leccalecca con didò e materiale di recupero e poi si apre la nostra piccola attività casalinga:


Nel mio post dell'altra settimana trovate altre idee per attività da fare in caso di malattia. E voi che attività mi suggerite?

I miei primi 40 anni (festeggiati con una collana di cartone riciclato)!

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Pronti, via! Eccomi alla grande svolta, non senza un pizzico di ansia che mi stringe, solo un po', lo stomaco. I quaranta fanno paura, fa impressione dirlo ad alta voce, quasi.

Secondo me si festeggiano per esorcizzare: il giro di boa, le responsabilità che sono sempre di più, la paura del tempo che passa, le strade che si chiudono e quei treni di possibilità che non passeranno più. E che festa sia, allora, non una sola, ma tanti piccoli incontri, abbracci, bicchieri che tintinnano, sì voglio abbracciare le persone a cui voglio bene, che non vedo mai e voglio coccolarmi e concedermi qualche vizio!



Mi guardo allo specchio e so di non dimostrarli questi anni, sì ho le occhiaie (regalo forse più delle notti insonni che mi hanno regalato i bambini che dell'età), ma sembro più stanca che sulla via del tramonto! Sì ho qualche chiletto da buttar giù nelle zone critiche, che poi quei chili forse son gli stessi che mi regalano l'apparenza di qualche anno in meno sul viso eh, quindi ho continuo a prendere due chili all'anno e divento una polpetta,  ma forever green, o mi dedico al mio aspetto in maniera più mirata. Che poi è questo no? Perché si ammetto che quelle prime rughe non è che mi facciano impazzire di orgoglio, anche se anche io come la Magnani vorrei poter dire (parafrasando) di amarle perché me le sono guadagnate, un po' mi rugano!

Ma il punto è che quando non mi piaccio, c'è qualcosa da mettere a posto. No, non con la chirurgia o la medicina estetica, ma prima di tutto nella mia vita. Prendendomi più cura di me stessa, regalandomi più tempo e attenzioni e chiarendo i miei reali obiettivi, per non farmi troppo distrarre e opprimere da incombenze che non mi portano là dove vorrei essere.



Per il resto io mi sento energica, piena di idee (fin troppe) e entusiasmo, continuo a amare le collane strambe al posto dei diamanti, i colori (e sporcarmici le mani), le righe e i pois, le chiacchiere con le amiche davanti a un bicchiere di vino, il gelato, i miei fantastici pupattoli che crescono così in fretta (è più in loro che vedo il tempo che passa, se devo essere sincera), gli abbracci, le risate di pancia fino alla lacrime, i filmoni, i buoni libri, viaggiare, scrivere, costruire, inventare, progettare, sognare, i baci e tutto quello che mi emoziona. Sono emotiva, iperattiva, disordinata, ipesensibile e poco inquadrata (per restar sul vago). Alla fine sono le stesse cose che amavo a 18 a ben pensarci. ANche se sono meno egoriferita, e comincio finalmente a capirmi di più!

Ammetto che il mio fisico non sopporta più i superalcolici come un tempo, ha bisogno di molte più ore di sonno, e mal sopporta i carboidrati che un tempo erano in pratica la mia unica fonte di sostentamento (insieme agli aperitivi. Mangiavo e bagordavo tre volte tanto rispetto ad ora e entravo in una taglia 38 accidenti a me!). Che io sono meno paziente, non sopporto più relazioni che non mi danno nulla e magari mi sottraggono energie, e da vera anziana sono più intollerante e mi commuovo per un nonnulla. Ah se prima ero molto sobria nel vestire, sto cominciando a concedermi degli eccessi (sto sognando dei sandali glitterati che mai e poi mai avrei guardato solo qualche mese fa): insomma diventerò una vecchia eccentrica e senza filtri, me lo sento. E va bene così!

Insomma rientro in un profilo medio, ma imparo ogni giorno a volermi un po' più bene così come sono, a conoscermi meglio e a godere di quello che ho. La strada è ancora lunga e io trovo che la bellezza di questo percorso che non si sa quanto a lungo ci è dato percorrere, è il poter continuare a imparare e a crescere, giorno dopo giorno, anno dopo anno.

Se qualcuna di voi volesse una collana di riciclo come la mia vi servono:

  • cartoni delle uova
  • colori acrilici/ o tempere e pennello
  • ago grosso e filo
  • forbici
  • io ho messo qualche pom pon e cerchietto sbarluccicante (sto invecchiando così)


Come si fa:
  1. Colorate con tempere/acrilici o anche acquarelli se vi sentite particolarmnete romantiche, il cartone delle uova (la parte concava).
  2. Lasciate asciugare e poi ritagliate i singoli "porta uova".
  3. Se volete decorateli all'interno, con pom pon, perlini carta colorata: quello che vi piace e avete in casa da immolare, insomma.
  4. Cucite insieme i vari fiori con ago e filo. POtete usare lo stesso filo ad esempio di lana o cotone colorato per la collana o utilizzre una catenella o quello che più vi piace!







Portapenne di riciclo con un sacchetto di carta

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Metti un sabato mattina casalingo, le scatole dei pennarelli rotti, il disordine imperante e la voglia di dar loro un posto in cui i bambini ce li mettano e non li lascino in giro tipo bastoncini di shangai abbandonati sul pavimento o sul tavolo a metà gioco: è davvero un attimo fare questo portapenne di riciclo, che grazie ai washi tape colorati attira la loro attenzione facendo sì che magicamente anche i pennarelli ritornino al loro posto!


Per farlo ti servono:
  1. un sacchetto di carta tipo quelli del pane e della frutta
  2. washi tape
Come si fa:
  1.  Molto semplicemente fai un risvolto al sacchetto verso l'esterno (se ha delle scritte e non ti piacciono rigilalo)
  2. Decoraro con i washi (un'idea è anche di farci fare dei disegni dai bambini)
  3. Allarga la base e riempilo con penne e pennarelli


Expo 2015 con i bambini

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Come sa chi mi segue sui social, la settimana scorsa sono stata all'Expo con i miei bambini (che hanno 3 e 5 anni appena fatti, quindi i consigli che do qui son riferiti a bimbi abbastanza piccoli, in età da nido e materna. Ovviamente alcune cose son valide anche per bambini un po' più grandicelli, come i primi anni delle elementari). La domanda che mi è stata fatta da tutti questa settimana è: com'è? E' adatto ai bambini? La mia risposta è: decisamente sì! Anzi, secondo me è più divertente per loro che per gli adulti, e gli spunti educativi/didattici ben si adattano a bambini e ragazzini di diverse fasce di età. Proprio per questo noi abbiamo pensato a un percorso specifico adatto a loro, eliminando da un lato cose che sarebbero magari state interessante per noi, ma stancanti per loro, o più adatte a bambini più grandi, pensando che al limite ci sarei potuta tornare da sola.




Se avete bambini abbastanza piccoli, sappiate che i chilometri da macinare sono parecchi e che i monopattini non possono entrare (sgrunf), quindi una buona idea è usufruire del servizio gratuito messo a disposizione dalla Chicco, che fornisce passeggini di cortesia: ricordate di prenderlo prima di entrare, perché all'interno troverete tanti punti attrezzati ad esempio per il cambio (la cartina ve la forniscono loro), ma non più passeggini. Altro punto interessante: i passeggini hanno accesso prioritario nei vari padiglioni, quindi se temete le file, questo forse vi tranquillizzerà!

Per quanto riguarda il pranzo noi ci eravamo portati dei panini da casa, spaventati dai commenti che circolano sui prezzi astronomici: rimane una buona soluzione, soprattutto per evitarsi le file, ma devo dire che i prezzi dei vari baracchini non sono inarrivabili come pensavo. Soprattutto vista la stagione consiglio di portarvi dell'acqua da casa, in loco troverete poi dei distributori gratuiti di acqua fresca! Mi spiace dire che l'area picnic invece mi ha delusa. E' vero che per chi ha bimbi molto piccoli ci sono anche fasciatoi, scaldapappe ecc (se ne trovano parecchi altri come detto sopra, se ne avete bisogno procuratevi la cartina della Chicco), ma l'area picnic della Cascina Triulza in sé è davvero piccola e bruttina: se ci va una classe di una scolaresca è già piena, e anche molto artefatta (a dirla tutta a me ha ricordato quei mall che riproducono i centri dei paesi, ma hanno un'area tanto artificiale...). Senza bisogno di sostare lì ci sono mille angoli più carini dove fermarsi a mangiare il proprio panino.



Premesso questo si parte, venite con noi?

Noi abbiamo deciso di andare con la metro e tornare con il passante ferroviario, entrambi comodi, ma il passante arriva più vicino all'ingresso ed è anche un po' più veloce, quindi da preferire. Se arrivate dalla fermata rho-Fiera vi troverete proprio all'inizio del percorso il padiglione zero (non imperdibile, forse, ma carino ed è un buon punto di partenza per introdurre il tema generale dell'Expo) dedicato alla lotta contro la fame nel mondo. Una puntualizzazione: molti pensano che visto che il tema dell'Expo è il cibo, sia una specie di enorme salone del gusto: non è così, il tema è l'alimentazione, certo, ci sono tantissimi ristoranti e spunti su alcuni alimenti caratteristici, dal caffé al cioccolato per citarne solo due, ma la tematica sono le risorse alimentari a livello planetario, come credo sia giusto e forse per questo è un giusto spunto didattico per i ragazzi.

Da girare è piuttosto semplice, perché la struttura ricorda quella di un villaggio romano, e si sviluppa su due grossi viali perpendicolari tra loro, il Cardo, dove si trova tutta la parte italiana, e il Decumano, che si sviluppa da est a ovest e lungo il quale si snodato la maggior parte dei padiglioni.

Imperdibile soprattutto per l'accesso tramite una grossissima rete elastica il padiglione Brasiliano. Vedrete gente che sembra stia scalando l'Everest, ma in realtà la rete è molto rigida, si riesce anche a farlo con un bimbo in braccio, all'occorrenza! Ci sono anche esempi di coltivazioni con piantine che forse i bimbi non hanno mai visto live, ed enormi tablet con giochi interattivi, sempre a tema agricoltura.


Il Children Parkè ovviamente una tappa irrinunciabile per i bambini: si tratta di un percorso  ispirato ai principi educativi Reggio Children, intitolato Ring around the Planet, ring around the future: si tratta di un girotondo metaforico, un'area gioco in cui i bimbi si troveranno a usare i diversi sensi, a scoprire l'importanza dell'acqua e dell'energia, impareranno a riconoscere gli aromi, si trasformeranno in alberi e troveranno messaggi lasciati da altri bambini...



Purtroppo non siamo riusciti a entrare nel padiglione Svizzero,  che pare essere quello con la vocazione più educativa sul consumo e la limitatezza delle risorse. In pratica il padiglione è composto da 4 torri che contengono prodotti tipici svizzeri e che i visitatori possono prendere liberamente. Ma visto che le risorse sono limitate, mano mano che il livello del cibo nelle torri diminuirà, si abbasserà anche il pavimento dell'ultimo piano. A fianco si trova un bel carosello con le caratteristiche del Paese che i bimbi adoreranno! Se voi volete riuscire a entrarci vi consiglio di andare apena entrati a ritirare il biglietto gratuito per entraci (in pratica si entra scaglionati a orari prefissati: son Svizzeri mica per nulla!)

Una bella sorpresa l'Austria, dove in un breve percorso tra le foreste i bimbi possono testare varie attività.


Giocosa anche l'Olanda che riproduce un mini Luna park con tanto di piccola ruota panoramica, ispirata al ciclo di vita dei prodotti e al riciclo dei materiali. Poetica per me, divertente per i più piccoli! Noi abbiamo fatto così tardi che abbiamo deciso di fermarci anche per "cena" mangiando ai simpaticissimi baracchini.


Belle da vedere le architetture dei Paesi più Poveri, anche se onestamente i vari stand non offrono più di tanto. Altro punto divertente, anche se alla fine è un negozio, è il Future Food District, un supermercato del futuro, realizzato da Coop, che si trova tra il Cardo e il Decumano.

L'albero della vita, che personalmente non mi ha emozionata più di tanto (anche se certamente vederlo in notturna è più scenografico) ha riscosso grande successo nei bambini, soprattutto quando vi sbocciano i fiori.

Ci sono poi diversi laboratori per bambini, noi sia per mancanza di tempo, sia perché non erano ancora tutti attivi e perché alcuni sono per i bambini più grandi non li abbiamo testati, ma se siete interessati informatevi!


Il consiglio generale è di informarvi su quello che volete vedere a seconda della fascia d'età dei bambini e agli interessi personali (ad esempio ammetto che io ho dato un'occhiata veloce alla parte italiana, che per me è risultata poco interessante). Se volete una lista più esaustiva potete leggere questo post, ad esempio. Il mio è solo un resoconto personale, ma spero di avervi dato anche spunti utili.











Federico, ovvero la creatività

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La scorsa settimana ho fatto un lungo viaggio in treno con i miei bambini, e qualcuno mi ha chiesto cosa leggessi.

Vi "tranquillizzo": almeno per me, leggere in treno (attività che adoro, peraltro), anzi in un treno stipatissimo, con due bambini piccoli (i quali vogliono sedersi entrambi vicino a mamma, ovvero: stiamo in tre in due sedili), è pura utopia, a parte il tempo in cui, arresa, gli schiaffi sù un bel dvd, non tanto e non solo per respirare un po', ma perché io ho sempre il timore di disturbare i vicini. Se i vicini sono stranieri, poi, ti guardano con ancora più terrore.

Per dirne una: appena saliti raggiungiamo i nostri posti e un ragazzo sulla trentina ci lancia uno sguardo di terrore puro (davvero, nella scala della paura i suoi occhi dimostravano un grado di panico appena inferiore all'attacco terroristico) e se ne va farfugliando che si dev'essere sbagliato, e che quello non è il suo posto... In effetti forse lo avrei fatto anch'io in effetti e lo capisco, ma non vedo l'ora che diventi padre!




Tutto questo per dire che, no, in genere non riesco a concentrarmi davvero sui libri se viaggio con i bambini, anche se da illusa continuo a portarmeli dietro, ma magari su delle riviste sì. Ed ecco che fatta incetta delle mie riviste del cuore, mi imbatto in una serie di interviste a delle creative sparse nel mondo, in cui una parla di un libro per bambini, libro che amo anch'io ho deciso di parlarvi oggi.


Si tratta di Federico, di Leo Lionni (ed. Babalibri), lo amo non solo perché porta il nome di mio figlio, ma soprattutto perché è un piccolo gioiello di poesia. Ogni volta che la sera lo leggo ai miei figli, mi rassereno, in qualche modo mi riallineo.

Conoscete già la storia del topino Federico?


Federico è un topolino sognatore, che a prima vista, mentre gli altri topini si affannano a far incetta di provviste per l'inverno, non fa nulla e per questo viene rimproverato dagli altri.

" Stai sognando Federico?" gli chiesero con tono di rimprovero. Federico rispose: "Oh, no! Raccolgo parole. Le giornate d'inverno sono tante e lunghe. Rimarremo senza nulla da dirci."


 La realtà è però che Federico fa provviste di beni immateriali: di luce, raggi di sole e colori che in inverno non si trovano, di parole e racconti. E quando l'inverno arriva Federico con i suoi racconti e la sua capacità visionaria, riscalda gli animi degli amici topi, con la sue doti affabulatorie riporta i colori, il calore, la luce, la voglia di cantare e narrare delle stagioni calde, rendendo più lievi e gradevoli le giornate e le nottate degli altri topini, rendendo più facile l'attesa di tempi migliori.

La verità è che Federico è sì un libro per bambini, ma non solo. E' un libro che ci ricorda l'importanza della creatività, della poesia e dei lavori creativi, che hanno dignità e un ruolo importante tanto quanto i lavori apparentemente più produttivi. Perché le attività creative, e l'arte ancora di più, sono cibo per l'anima e questo piccolo libro ce lo ricorda.



Federico è anche il nome di mio figlio, quello che si è addormentato all'altezza di Rho Fiera, ovvero a 15 minuti dall'arrivo, giusto per dovermelo portare a peso morto insieme a valigia e zaino!












Un'intrusa alla corte di Vendetta Uncinetta

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Eccolo il post cazzarellista del venerdì, il giorno per eccellenza in cui evitare di scrivere su un blog, peraltro. Ma per celebrare la mia totale incapacità con l'uncinetto, contrapposta al geniale estro creativo di Vendetta Uncinetta e Betta Knit, penso proprio possa andare. Così: giusto per sottolineare quanto sappia essere fuori posto un'intrufolata tra mani agilissime e menti (c)reattive.



Con vero disprezzo del pericolo (ovvero zero senso del ridicolo), lo scorso fine settimana la nostra eroina si è avventurata al workshop Uncinetto Re-Fashion, che poi forse già le parole uncinetto e fashion accostate a me medesima stonano un po', l'una per capacità, l'altra per attitudine...



Ma niente: primo perché le opere di Gaia sono troppo belle, un po' perché mi piacerebbe sul serio imparare, ci sono andata ugualmente, ben consapevole che il mio massimo skill uncinettaro era la catenella. A tal proposito ringrazio per la pazienza e la gentilezza Gaia e Betta e una menzione specialissima va a Clara aka Petitpoisrose, che si è infilata all'ultimo banco con me e mi ha pure suggerito e aiutata.


Insieme a lei abbiam praticato con gioia l'uncinetto anarchico, ovvero infila l'uncinetto nel primo buco che ti sembra di intravedere, una maglia bassa, una alta inventata e forse, ma forse, alla fine avrai una palla!



E così, mentre le altre producevano fruttini morbidosi (Serena - Cappello a Bombetta e Paola - Wemakeapair, sono troppo avanti e le depenno dalle mie amicizie per attentato evidente alla mia autostima), ananas e banane come se non ci fosse un domani, la sottoscritta è riuscita (con aiuto) a produrre una palla informe.



Giuro: quest'estate andrò a ripetizioni, il mio obiettivo: dei fruttini presentabili, oltre al relax. Perché fidatevi se anche una negata come me è riuscita a scoprire il potere rilassante dell'uncinetto, per delle persone normodotate dev'essere proprio una droga! Io domenica sera ero imbufalita come una iera e mi son messa a produrre una palla (sempre informe eh, datemi tempo) abnorme: quindi se vedrete una specie di ufo scionfo all'unicinetto sopra il cielo di Milano, sappiate a chi dar la colpa!

Ecco come sarebbe dovuto venire:

Una scatola vi salverà: la cartonauto!

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E niente: speravate di non sentirvi più parlare di virus e malanni, dopo che ve l'ho menata per tutto l'anno? E invece pare che non passi più quest'annata così.

In tutto ciò ho una buona notizia: i virus (forse) acuiscono la creatività, o almeno ci "costringono" (o regalano) a passar del tempo con i bambini.



Se non volete passarlo sempre e solo davanti ai cartoni (quelli animati, intendo), delle ricette riempitempo le trovate nel post sulla varicella, ma questa volta, complice il papà e il potere salvifico che caratterizza ogni scatolone di cartone, plasmabile sotto la fantasia irrefrenabile dei bimbi e le mani complici dei grandi!


Per farla noi abbiamo usato:

  • 1 scatolone a misura di bambino
  • 4 confezioni di yogurt da 250 grammi per i fari
  • scotch di carta
  • Un disco di cartone rigido (di quelli che fanno da sottotorta)
  • I fondi delle bottiglie di plastica per le ruote
  • colori a dita per colorare (ma vanno bene anche tempere) il tutto


Sì quella che vedete sullo sfondo è una pila di panni da stirare, ovviamente le malattie aumentano il livello di entropia casalinga, che già è piuttosto elevato di suo... Pronti, partenza, via!

10 mete di viaggio per famiglie con bambini

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Arriva l'estate e la mia sete di viaggiare che già preme nel resto dell'anno, si acuisce. Sogno città a misura di bambino con grandi parchi, sogno di tuffarmi nelle acque cristalline del mare o magari in laghetti alpini, sogno destinazioni oltreoceano chiedendomi quando sia più vantaggioso fare un viaggio del genere con pupi al seguito, visti i costi.

Se avete voglia di viaggiare con me, di sognare o magari di cominciare a programmare le vostre prossime vacanze a misura di bambino, seguitemi. Prima di tutto, se aveste dei dubbi sul mettervi in viaggio con i vostri piccoli, lasciatevi travolgere dall'entusiasmo di questo post di mylittlenomads.




  1. Consigli su cosa fare in un pomeriggio londinese dati da chi a Londra ci vive
  2. Venite con me a Praga, non ve ne pentirete!
  3. Yummymom, che a Ibiza ci vive part time ci dà dritte sulle vacanze a Ibiza con bambini
  4. A Malaga con Fioriintesta!
  5. La Croazia di Trippando (oltretutto una delle sue mete più amate, credo)
  6. Viaggio in Portogallo insieme alla Patafamiglia!
  7. Su Mammagiramondo ovviamnete non c'è che l'imbarazzo della scelta, che ne dite di una vacanza di Houseboat?
  8. Se ancora non siete andati all'Expo a Milano, ecco qualche consiglio mio!
  9. Se sognate una meta esotica, sempre su Mylittlenomads non mancano spunti, consigli e info di ogni genere: che ne pensate della Thailandia e Bangkok?
  10. Ed infine alla scoperta di Amsterdam seguendo le Funky Mamas
Che dire, spero di avervi dato qualche spunto interessante, e comunque sono curiosa: quale sarà il vostro prossimo viaggio in formato famiglia?

12 attività estive da fare con i bambini

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Ora che l'anticiclone africano ha avvolto l'Europa, e avvolge noi fisicamente, nel senso che pare di nuotare in un flusso d'aria densa, umidiccia e calda è proprio tempo di fuggire al mare: più fresco non farà, ma almeno possiamo tuffarci nell'acqua (e spero che ci sian meno zanzare) e cuocere lì a bagnomaria...



Ma pensavate che vi lasciassi così, senza qualche idea per sfangare l'estate più calda del secolo (bah, per me il 2003 non ha paragoni, vedremo...) con i bambini? Naaaaaa: ecco a voi 12 attività estive da fare con i bambini:

  1. L'autolavaggio (anzi triciclolavaggio) formato bambinoè il mio preferito in assoluto e pare anche parecchio rinfrescante, ma capisco la complessità del progetto, oltre al fatto che insomma farlo in salotto potrebbe avere qualche controindicazione.  
  2. Se ne volete fare uno moooooolto più semplice e in formato macchinina fate il mio autolavaggio ricicloso, non vorrei sembrare egoriferita eh, ma giuro che il divertimento è assicurato.
  3. Sempre per rinfrescarci in allegria: ice chalck 
  4. Amo le barchette in ogni materiale e forma, queste con i tappi son carinissime e veloci da realizzare
  5. Ovviamente in casa nostra questi non possono mancare: fossili di dinosauri; praticamente l'era glaciale in formato casalingo, non vedo l'ora di testarli! 
  6. Secondo me lo slime glitterato mette d'accordo tutti! 
  7. Per le sewing-moms ecco dei bellissimi mostri portamatite: bellissimi!  
  8. Fanno il paio con questo astuccio porta macchinine: fossi più brava e veloce nel cucito i miei figli impazzirebbero!
  9. Superallegra e di riciclo: la pesca di granchietti realizzati con bicchieri di carta 
  10. Ai bimbi più grandicelli potete proporre il barattolo contro la noia (o crearne uno personalizzato).
  11. Ammalianti queste coloratissime sirene fatte con i mitici rotolini di cartigienica 
  12. Serpente bolla di sapone, pure arcobaleno: perché le bolle sono sempre garanzia di divertimento! 



T-shirt fai da te stampata con le patate

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Come sempre vergognosamente in ritardo sui miei progetti (ma ci sto lavorando eh, credetemi!) ci ho messo parecchio a spedire il pacchettino al bel Leonardo, il terzo magnifico bimbo della mia Sarilù, meglio nota come Nuvolosità Variabile... Ho pensato a un colorato outfit estivo, composto da panatloncini che ricordano il mare e maglietta stampata con le patate. E devo dire che il primo tentativo non è venuto nemmeno benissimo, ma mi rifarò presto, promesso!


Se volete sbizzarrirvi pure voi, per rinnovare il vostro guardaroba estivo (il mio prossimo tentativo sarà a tema anguria!)
ecco cosa vi serve:

  • una patata
  • coltello affilato
  • colore per stoffa
  • scottex e/o spugnetta
  • una matita
  • (e chiaramente) una tshirt da immolare alla causa
  • un pennello
  • cartone di recupero o giornale

Come si fa:
  1. Tagliate la patata in due cercando di ottenere una superficie più piatta e liscia possibile
  2. Disegnate la sagoma da stampare con una matita sulla patata e con il coltello intagliatela in modo da ottenere uno stampino (ovviamente meglio partire con forme semplici)
  3. Mettete del cartone o un giornale in mezzo alla maglietta in modo da non far trapassare il colore
  4. Spennellate con il colore il vostro stampino, tamponandolo per togliere gli eccessi di colore
  5. stampate, stampate, stampate! Potete anche modulare la quantità di colore per ottenere delle sfumature, come ho fatto io.
  6. Stirate a rovescio per fissare il colore.

State attenti a pulire man mano lo stampino patata per evitare di sbavare come è successo alla sottoscritta con la maglietta gialla...e buon divertimento!

Friburgo con i bambini: il Mundenhof Park

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Se c'è una cosa che amo della Germaniaè il verde, i parchi, la possibilità per i bambini di vivere a più stretto contatto con la natura ed i suoi ritmi. Ed ecco che ieri con Silvia aka Mammabook mi son imbattuta quasi per caso in questo Tier  Natur Erlebnispark Mundenhof, un parco naturale con animali, alle porte di Friburgo (nel Baden Wuttemberg, in Germania) oltretutto completamente gratuito.



Il posto è davvero semplice, non aspettatevi quegli zoo europei spettacolari o il Wild Park di Monaco, però ribadisco per essere gratis è assolutamente gradevole, grande il giusto da passarci anche una giornata (all'interno sia aeree picnic, sia un Biergarten, e chioschi dei gelati e bibite), e i bambini vengono affascinati come sempre succede dagli animali e dai diversi spazi di gioco, quindi se per caso vi capita di passare da queste parti e avere una mezza giornata a disposizione fateci un pensierino, dico davvero!



Quello che però più ci ha stupito è trovare all'interno uno stupefacente playground non pubblicizzato, non segnalato, sicuramente risalente ormai a qualche anno fa, a prima vista un po' low profile se vogliamo, ma incredibilmente strutturato, progettato con intelligenza, attenzione ai particolari e buon gusto (anche nella scelta dei materiali), tutto da scoprire, anzi sperimentare, visto che a primo sguardo non si capisce bene di che si tratta. E' una specie di percorso sensoriale, studiato nei dettagli, fatto per stimolare la scoperta, lo stupore e la sperimentazione di tutti sensi da parte dei bambini, appunto.


Giochi di prospettive, in una inaspettata Lilliput con tavoli e stoviglie giganti:



Esercitare l'olfatto. Io non son per niente brava, si nota dalla mia faccia?


Sembra di essere dentro a un quadro di Escher, no?



Silvia qui non pare troppo convinta di questo gioco (sicuramente progettato da un ingegnere con uno strano senso dell'umorismo), ma giuro che era divertita!


Non dimentichiamo il gusto:


Ehm, no questo non è un effetto ottico: mi pareva che mio figlio si fosse sdoppiato!

Un buffo giochi di specchi, in pratica un mix tra Mammabook e Riciclattoli, della serie: mai più senza! 

Viaggiare con i bambini: autogrill in Svizzera

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Se pensate a un viaggio piuttosto semplice da fare con i bambini, la Svizzera mi sembra una buona scelta, tanto per cominciare. Prima di tutto perché è vicina (sempre che siate in Italia), facilmente raggiungibile (ricordo che i treni e i mezzi pubblici lì funzionano davvero bene, giuro che non è uno dei tanti luoghi comuni sul Paese degli orologi e del cioccolato). Le mete sono tante e diverse.

Le città son tutte piccole e tranquillissime, e quindi facilmente visibili in un fine settimana. A meno che non vogliate darvi agli sport invernali (e le montagne innevate davvero non mancano), abbiate in testa un evento preciso (per citarne uno: il Festival del cinema di Locarno)o farvi un giro per mercatini natalizi (io conosco molto bene quelli di Zurigo, Basilea e dintorni, ma credo che davvero ogni città, cittadina e paesello abbia il suo) io consiglio la primavera inoltrata, se non l'estate o settembre come mesi più adatti: avrete temperature più miti, minor rischio di pioggia e potrete godervi gli spazi aperti e la natura.



Prossimamente vorrei scrivere un bel (vabbè, me lo dico da sola) post su Basilea coi bambini, direi una vera miniguida, ma quello che mi preme raccontarvi ora è un'altra cosa, sperimentata decine di volte nelle nostre tantissimi viaggi avanti e indietro, ovvero: dove fare una tappa quando siete in viaggio. Questo non vale solo se la vostra meta è la Svizzera, ma visto che l'allegra nazione sta nel cuore dell'Europa credo che possa essere un consiglio valido per moltissimi viaggi in auto (se volete prender il treno siete anche più virtuosi, ignorate questo post).

Sì, parlo banalmente di autogrill. Eppure è un dettaglio di non poco conto quando si viaggia e in particolare con dei bimbi al seguito: io ad esempio ho avuto pessime esperienze in alcuni italiani. In generale il livello degli autogrill svizzeri è buono, buona la pulizia e direi che praticamente tutti quelli che ho testato hanno fasciato i per cambiare i bambini, seggioloni ecc.



Ma se volete provare i migliori in assoluto ricordatevi di fermarvi in un Marché, non fatevi prender dalla tentazione di fermarvi all'ultimo autogrill italiano: a non molti chilometri dalla frontiera di Como (ovvero a Bellinzona) c'è un Marché stupendo. Voi ci chiederete e che c'avrà mai, alla fine è pur sempre solo un autogrill. In primis, il cibo è buono davvero e non parlo della simil rustichella di turno, ma di piatti veri, panini fatti al momento, insalate da comporre a scelta, dolci freschi e centrufigati di frutta e verdura, menù per bimbi con annessi giochini da viaggio (è vero che i prezzi sono altini, ma questa è caratteristica Svizzera e se vi dite: allora tanto vale andare al ristorante, ricordate che trovare ristoranti buoni in Svizzera non è così scontato e i prezzi lievitano subito).

 I bagni sono puliti. Veniamo all'attrezzatura per bambini: ovviamente ci sono zone attrezzate  con fasciatoio per il cambio dei piccoli. Dire che i seggioloni sono Stokke la dice già lunga sulla qualità, in più ci sono dei seggioloni_carrelli su cui mettere il cibo e trasportare i bambini più piccoli in comntemporanea. C'è sempre un'aerea (sia al coperto che all'aperto) dedicata ai bimbi con bellissimi giochi in legno (scivoli, piccole pareti di arrampicata, trenini Brio), palloncini, fogli da colorare, in alcuni giuro che hanno anche i videogiochi. Ovviamente ci sono microonde, scaldabiberon, bavaglini, posate, cannucce a disposizione. Il tutto proprio vicino ai tavoli così che i genitori possono far la loro pausa in relativa tranquillità. Giuro che non mi pagano per scrivere sto post (se Marché mi volesse far da sponsor sarei davvero felice, ma temo che non ne abbia bisogno).

Credo solo che in viaggi lunghetti, anche particolari a cui uno magari non pensa possano far la differenza, dunque se vi capita di dover attraversar la Svizzera ricordatevi del mio suggerimento e enjoy it! Ah se vi capita di passare in zona San Gallo (in particolare nella regione Heidiland), c'è un intero Marchè dedicato ad Heidi!

p.s. Scusate le foto, ogni volta mi ripropongo di portar la Reflex e di farle per bene e ogni volta mi dimentico o finisce in fondo al bagagliaio...





Buone vacanze

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Anche quest'anno per me bizzarro si è srotolato fino a questa caldissima estate (perché nessuno potrà mai convincermi che l'anno inizia a gennaio, per me si chiude con le vacanze e si riapre con le scuola, come da piccola e da ragazza). Volevo farvi vedere le mie nuove stampe e qualche scatto montanaro, ma Son rimasta senza connessione e non mi resta che augurarvi buone vacanze...

Minorca by Riciclattoli
In attesa di partire per la Grecia, tra qualche giorno, ne approfitto per annunciarvi che Riciclattoli si rifarà il vestito ( e verrà trasferito), sto lavorando e non vedo l'ora di mostrarvi degli indizi della nuova veste del blog, e vabbè sarà che ogni scarrafone è bello a mamma sua, ma io sono veramente elettrizzata all'idea! Il passaggio avverrà dopo le vacanze, a settembre, quindi ancora un po' di pazienza, poi riprenderó a pieno ritmo!


Intanto buone vacanze e godetevela, mi raccomando!

10 attività autunnali da fare con i bambini

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Mi sono accorta che, come dice mio figlio, ieri era l'uno autunno e che vi sto lasciando da troppo tempo soli, con il blog abbandonato a se stesso. Speravo di riuscire a procedere più speditamente con il relooking (che dirlo così fa più figo) di Riciclattoli, ma anche se proseguo, lo faccio a passi da formichina e ancora non ci sono, quindi mi rimetto di buzzo buono a scrivere qui, mentre non vedo l'ora di presentarvi la nuova creatura! Intanto per chi mi segue sulla mia pagina facebook a brevissimo indizi sul nuovo header fatto dalla pazientissima Juice (sì sì l'ho fatta disperare tra ritardi e richieste), e qui vi do qualche consiglio per sfangare l'autunno con i bambini, che a me sembra stia arrivando troppo in fretta... sarà che oggi si gela e son già qui a scrivere con le mani fredde e il gilet di lana!

Ma bando alle ciance eccovi 10 e più idee, aspetto vostri suggerimenti aggiuntivi:
  1. Dipingere le foglie e farci una ghirlanda. Sì, lo so che è un po' referenziale sbattervi i miei miei link, ma passatemela! 
  2. Sempre con le foglie, che sono il tema ricorrente com'è ovvio, costruire delle corone o anche degli animali.
  3. Vestite delle bambole di carta di foglie, petali e altri elementi naturali. Se volete l'aiutino, u Mermag lo scaricabile 
  4. Preparatevi all'inverno costruendo una mangiatoia per gli uccelli di riciclo (daje con l'autoreferenzialità!)
  5. Colorare un albero autunnale sempre con foglie vere, o facendo stampini con quello che avete in casa, come frutta, verdura,  rotolini di cartaigienica ecc. Quello di Shaulaè solo uno dei tanti esempi!
  6. ovviamente andar per boschi a raccogliere foglie, pigne, bastoni e tutto quello che vi ispira e che vi tornerà utile!
  7. Per le espertissime: sferruzzare un maglione volpe per i vostri piccoli 
  8. Leggere storie al buio animandole con le torce!
  9. cominciare a pensare a cosa travestirsi per halloween (sì, lo so che non è una tradizione nostrana, ma non ditemi che i vostri bambini non la conoscono o non sono in qualche modo invitati a qualche festa a tema!) o a come intagliare la zucca , qui trovi un po' di sagome!
  10. Saltare nelle pozzanghere, specchiarsi nelle pozzanghere, costruire barchette improvvisate che navighino sulle pozzanghere.

Quanti NO diciamo in un giorno?

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Non so voi, ma io a volte mi sento una madre nazi. 
Al parco, in spiaggia, all'uscita da scuola, al super e davanti all'edicola. 
Quando con indifferenza dico NO alle domande incessanti dei miei figli: possiam comprare il palloncino? posso avere il gioco tal dei tali? lo vojoooooo! posso un altro gelato? il chupa chupa? l'iguana? lo squalo? la lucertola? il ratto? ilgattoiltopoelelefante?  le hot wheels e chi più ne ha più ne metta. NO!!! 


Devo ammettere che loro son abbastanza abituati e non reagiscono nemmeno troppo male. Barcolliamo ancora davanti all'edicola aperta da poco proprio nel percorso casa-scuola... Ma i casi in cui loro vanno più fuori, ovviamente è quando vedono che gli altri bambini di no ne sentono un decimo e quindi via di giochini a go go, 3 gelati al giorno e sì ad ogni richiesta. D'altro canto è vero che rispetto a mia madre, che spesso si spertica in lodi verso madri dure e pure, io passo non dico per mamma di burro, ma quasi. Questioni di punti di vista allora? Sicuramente anche, e anche di cultura. Ad esempio mi rendo conto che se sono all'estero io rimango in media, il problema mi si pone semmai più in Italia.



Però visto che sono una persona che si mette sempre abbastanza in discussione, me lo sono chiesta se dico troppi no, perché a ben pensarci a volte si entra in un loop di no a catena. Posso aver le caramelle? NO. Il Gelato? NO. Posso uscire in bici? NO. Posso stare ancora in cortile? NO. Posso aver le iguane? NO. Posso mettere la camicia? NO. Posso guardare i cartoni di mattina? NO. Posso giocare ancora? NO. E così via... Le motivazioni sono diverse: ci sono cose a cui crediamo fermamente (ad esempio per me è molto diseducativo che i bimbi ricevano tutti i giorni o quasi dei nuovi giochini), no detti perché siamo davvero di fretta o stanchi, no pronunciati con il pilota automatico. 

Alla fine è ovvio che la buona vecchia regola che ci devono essere poche regole, ma chiare, sarebbe la più saggia, però la vita quotidiana è fatta di molte complicazioni e non sempre tradurla in equilibrio familiare è così semplice, no?

Locandina del film "perché te lo dice mamma!"



Io rimango dell'idea che dei no vadano detti, non so se arrivo ai livelli dei francesi su cui rido un po' sù, ovvero che bisogna allenare i bambini alla frustrazione, però credo che una valanga di sì non siano utili a nessuna (anzi) e poi si possano tramutare in un inferno. 

Quello che cerco di fare alle volte quando mi rendo conto che ho innestato il pilota automatico e non sto ascoltando davvero quello che mi chiedono i bambini è fermarmi, fare un respiro e mettermi alla loro altezza. Ascoltarli e ascoltare me stessa. Capire se il loro è un puro capriccio o un provarci fine a se stesso, o qualcosa di diverso e d'altro canto capire qual è la natura del mio no, se fare un'eccezione alla regola possa davvero avere implicazioni educative o se è un lasciar loro una maggior libertà di scelta... 

Faccio un esempio sciocco, se mio figlio ha voglia di uscire con in mantello, anche se deve andar alla scuola materna e non a una festa in maschera, perché no? Se la regola è che si mangia a tavola e non davanti alla tv, ogni tanto gli propongo serata film con toast davanti alla tv. Invece sulle scenate sto ancora lavorando perché più ne fanno, più mi verrebbe da fare un muro contro muro. 

Ho però scoperto che a volte basta parlare e accogliere il loro desiderio, anche se in quel momento irrealizzabile. Voglio il dragoooo!! se la mia risposta è no secco, si scatena l'inferno. Se invece ne parliamo dimostrando di capire il suo desiderio, anche se poi, di fatto, il drago non lo compro, il tutto si ridimensiona. Ah vorresti un drago? Grosso così? No, così! Mh, capisco, verde? No, rosso! Che poi se il drago è davvero un suo desiderio ci sarà sempre tempo per compralo, se un capriccio del momento una volta passata la fase critica se ne dimenticherà...

E voi quanti NO dite al giorno? Siete più permissive o più severe?
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